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Fotografare con empatia: il mio vero processo creativo

  • Immagine del redattore: Frame Maker Editing
    Frame Maker Editing
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Non è solo tecnica, è ascolto. E ogni scatto nasce da un incontro.



A volte mi chiedono: “Ma qual è il tuo processo creativo? Come fai a scattare così?” E ogni volta ci penso un attimo, perché non è semplice da spiegare. Non c’è una formula magica. C’è solo ascolto, attenzione e tanto cuore.

La fotografia, per me, non parte dalla macchina fotografica. Parte dalle persone. Dal modo in cui si guardano, da come si toccano le mani, da una risata improvvisa o da un abbraccio che dura un secondo in più.

Io non arrivo per “fare foto”. Arrivo per osservare, sentire, capire chi ho davanti. È da lì che nasce tutto.

Il mio processo creativo (in parole semplici)
  1. Osservo. Guardo le persone, le loro espressioni, il modo in cui si muovono insieme. Non cerco la posa perfetta, ma il momento giusto.

  2. Ascolto. Non solo con le orecchie, ma con la mente e con gli occhi. Voglio capire cosa rende quella famiglia unica.

  3. Mi connetto. Senza empatia non potrei fotografare. Se non entro in sintonia con chi ho davanti, le immagini restano fredde. E io non voglio foto fredde: voglio ricordi vivi.

  4. Scatto. Ma solo quando sento che è il momento. Quando c’è quella luce negli occhi che racconta più di mille parole.

Dietro ogni scatto c’è un metodo

Molti pensano che gli shooting siano solo improvvisazione, ma non è così. Dietro ogni sessione c’è studio, preparazione ed esperienza. Ogni famiglia è diversa, e ogni volta progetto il servizio in modo che rispecchi chi siete davvero.

C’è metodo, certo. Ma è un metodo che lascia spazio a tutto quello che può succedere all'improvviso. Non cerco affatto di raccontare la perfezione, preferisco la verità.

Ed ecco perché non cambio le forme alle teste dei neonati, non snellisco le braccia o le gambe, non cancello cicatrici o smagliature.

Perché fotografo così

Perché credo che la fotografia di famiglia non sia solo un “servizio”. È un modo per ricordare, per lasciare traccia, per dire: “Ecco chi eravamo, insieme.”

E per farlo, serve empatia. Serve mettersi nei panni di chi ho davanti, capire la sua storia e rispettarla. Non c’è Photoshop che possa creare quell’emozione. Solo presenza, ascolto e autenticità.

Ogni scatto che vedi sul mio sito nasce da questo: un incontro, uno sguardo condiviso, un momento che non si può ripetere.

E forse è questo il mio vero processo creativo: non inventare emozioni, ma riconoscerle.

Vuoi vivere un’esperienza così?

Se vuoi scoprire come racconto la tua storia, puoi esplorare qui le mie esperienze fotografiche di ritratto: 📸 AURA – Gravidanza 👶 ORIGINE – Newborn


Denise fotografa con macchina fotografica in mano, momento di connessione con i clienti durante un servizio.

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